Rionero e dintorni |
storia e altro |
---|---|
a cura di Franco Pietrafesa |
|
![]() |
|
Studi e ricerche
|
![]() “ …tra’ libri de’ miei vecchi” La biblioteca Fortunato a Rionero Nel 1972 il Comune di Rionero in Vulture ha acquistato dagli Alliata di Sicilia, eredi di Antonia Fortunato, nipote di Giustino, palazzo Fortunato e con esso anche ciò che rimaneva a Rionero del patrimonio librario della famiglia, circa ottomila volumi contenuti negli armadi originari in legno con ante a vetro situati nelle prime due stanze dopo le scale dell'ingresso principale dell’edificio. Ancora oggi le due librerie sono chiamate "la Vecchia" e "la Nuova", secondo la divisione fatta da Giustino Fortunato in un Catalogo manoscritto del 1915, oppure "Fondo Antico" e "Fondo Giustino Fortunato", per indicare in entrambi i casi i libri raccolti dagli avi di Giustino e quelli collezionati dal meridionalista rionerese durante la sua vita... continua già pubblicato, senza note, in APPENNINO, Semestrale di letteratura e arte, n.5, a.III, luglio 2017. |
|
Una delle più antiche testimonianze di Agromonte è in un breve pontificio di papa Eugenio III del 9 giugno 1152 che elenca i casali e le parrocchie comprese nella giurisdizione ecclesiastica del vescovo di Rapolla: tra le parrocchie della valle di Vitalba è citata Agromonte. Certamente il casale esisteva già da qualche tempo, visto che quel documento richiama precedenti provvedimenti di pontefici a partire da Alessandro III, che fu papa dal 1061 al 1073. Ulteriori notizie si possono leggere nel Catalogo dei Baroni (1154-1169), pubblicato parzialmente, per la parte riguardante la valle di Vitalba, da Giustino Fortunato in uno studio edito in cinquanta esemplari nel 1889... Leggi il testo modificato da Agromonte ritrovato, in “Radici, rivista lucana di storia e cultura del Vulture”, n.8 (luglio 1991), pp.105-108 e guarda anche Arthur Haseloff e i resti di Agromonte.
|
|
Di San Mauro martire, patrono di Lavello e della parrocchia del SS. Sacramento di Rionero, esistono quattro diverse passiones, una delle quali porta il titolo S.Mauri Martyris Afro translatio Lavellum, compilata dall’agostiniano Giacomo da Venosa (negli Ann. Boll. XXX, 1911, pp. 238-244). A quest’ultima si sono riferiti, senza preoccuparsi di ulteriori approfondimenti, i vari autori lavellesi di panegirici e biografie di San Mauro, tra i quali il più autorevole è senza dubbio Ludovico Sabbatini d’Anfora, prete della congregazione dei Pii Operai, che per volere del vescovo lavellese Francesco Silvestri scrisse nel 1742 la Vita di San Mauro Martire e protettore della città di Lavello, dichiarando di aver attinto le notizie riportate dai testi dei canti tradizionali della popolazione di Lavello e da antiche pergamene “scritte in caratteri longobardi”, avute dal chierico regolare teatino.... continua. Vedi anche... |
|