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Rionero e dintorni   

storia e altro      

a cura di Franco Pietrafesa

 
 

 

 

 

 

 

 

 

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Miscellanea

luoghi

 

 

Piazza del Popolo

 


Nel 1983 un collezionista napoletano con origini rioneresi mi ha dato la possibilità di riprodurre la fotografia di una processione della Madonna del Carmine risalente alla seconda metà dell’Ottocento. Misurava approssimativamente 20x25 centimetri ed era probabilmente una fotografia all’albumina dato che si presentava diffusamente ingiallita ed aveva i margini in alcuni punti lacerati e scollati dal cartoncino sottostante. La riproduzione fu effettuata senza rimuovere il vetro che la ricopriva, quindi, per ragioni tipografiche, la fotografia venne rimpicciolita, ritoccata e stampata in bianco e nero nel libro Rionero, note storiche e documenti.

E’ una rara testimonianza di com’era la piazza di Rionero prima delle modifiche urbanistiche del 1881. Aveva il nome di piazza del Popolo e non era altro che la strada che dalla chiesa Madre scendeva lungo il palazzo Fortunato da un lato e un gruppo di abitazioni sul lato opposto, come si può notare anche in questa mappa del 1881.

Per capirci meglio: l’autore della cartina ha colorato in marrone il fossato in cui scorreva il torrente Imperatore, poi ricoperto dalle attuali villa Catena e via Nazzario Sauro. Noi abbiamo evidenziato la chiesa Madre e la Fontana Grande in giallo, palazzo Fortunato in azzurro, in verde piazza del Popolo e in rosa le abitazioni abbattute per allargare la piazza  

Nella seduta di novembre 1881 il consiglio comunale accoglieva la richiesta di Ernesto Fortunato di modificare il palazzo in piazza “animato dal desiderio di armonizzare le convenienze del proprietario col vantaggio pubblico”.

La ristrutturazione, progettata dell’ingegnere napoletano Gustavo Scielzo, prevedeva, fra l’altro, la sistemazione dell’intero corpo del palazzo che guardava piazza del Popolo con la costruzione della torre angolare.

Contemporaneamente gli amministratori comunali davano corso ai lavori di ampliamento della piazza, sostenuti da un comitato di cittadini che fin dal 1878 aveva promosso per questo una sottoscrizione pubblica che a giugno 1880 aveva raggiunto la somma di 8.910 lire.

Il progetto, redatto dall’ingegner Cardona e approvato dall’Ingegnere Governativo delle strade obbligatorie signor Tucci, prevedeva la demolizione di due complessi edilizi delle famiglie Di Maria, Catena ed altri proprietari. Era però necessario un ulteriore sforzo economico perché le proprietà da acquistare erano aumentate di valore fino al doppio del prezzo corrente, nonostante la minaccia di “esproprio per pubblica utilità”.

Raggiunto un accordo, la demolizione delle case lasciò un ampio slargo sistemato, fin da subito, da una grossolana pavimentazione con pietrisco e abbellito dalla piantumazione di qualche albero agli angoli e lungo i lati.

La piazza continuò ad essere intitolata al Popolo fino al 1895, quando, ricorrendo il venticinquesimo anniversario della Breccia di Porta Pia con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, per ricordare, come richiesto dal governo, l’avvenimento, cambiò il nome in Piazza XX Settembre.