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Giovanni
D’Andrea, era un fotografo rionerese molto attivo nei primi decenni
del Novecento, conosciuto anche nei paesi limitrofi per la vasta
clientela che apprezzava la competenza e la perizia con cui
realizzava ritratti e foto di gruppo di grande qualità. Aveva lo
studio presso la propria abitazione in via Vittorio Emanuele III “al
Ponte di Ferro”, con una piccola stanza di posa dove con cura
allestiva scene fotografiche davanti a fondali classicheggianti.
Molte fotografie sono ambientate, invece, all’esterno e documentano
matrimoni e processioni religiose.
Una clientela
particolare era quella che ruotava intorno alla sua professione
principale: Giovanni D’Andrea era, infatti, il custode del cimitero
di Rionero e per questo era conosciuto come camposantiere.
Egli infatti curava anche le immagini fotografiche sulle croci di
ferro del cimitero, facendole stampare dalla ditta Mayr di Lugano su
ovali di porcellana.
Nel 1927 produce
una documentazione fotografica di grande interesse per la storia di
Rionero. Su invito di Gaetano Briganti, agronomo dell’Istituto
“Giustino Fortunato per l’agricoltura” sorto intorno alla villa
Granata a Rionero, illustra l’opuscolo pubblicato dall’Opera
Nazionale Combattenti dedicato appunto ai cinque anni di vita
dell’Istituto: sono raffigurate le coltivazioni di alberi da frutta
e dei barbatellai di viti americane accanto a scene di lavoro degli
operai impiegati. Sono in tutto quattordici fotografie, alcune delle
quali utilizzate, insieme ad altre, già due anni prima nel 1925 per
un articolo, sempre Di Gaetano Briganti, per la rivista la
“Basilicata nel mondo”. In particolare una di esse ritrae un gruppo
di contadini lungo la strada davanti alla stazione ferroviaria
mentre ritorna dal lavoro nelle vigne, fotografia diventata anche il
soggetto di una cartolina postale dal titolo “la vendemmia”, su cui
però non c’è il nome dell’autore anche se può essere attribuita al
fotografo rionerese per la somiglianza con altre che portano la sua
firma, edite in quegli anni da Giovanni Moretti, il proprietario di
un noto emporio rionerese che, con altri negozianti, edicolanti e
tabaccai, fu tra i principali committenti di fotografie di vedute di
Rionero per cartoline postali.
Intorno al 1920,
D’Andrea con Luigi Tolve di Flaminio, padrone di una bottega di
articoli di vario genere, detta “da bergamasco”, pubblica quattro
cartoline postali di Rionero: una della chiesa di Sant’Antonio Abate
con la lapide della facciata e altre tre intitolate “Panorama”,
“Veduta orientale”, “Veduta occidentale”. Le quattro cartoline
postali, stampate in leggero viraggio azzurro, hanno numeri di
cliché tipografico progressivi (59218, 59220, 59221, 59222) che
fanno pensare all’esistenza di una quinta cartolina, contrassegnata
dal numero 59219. Forse la “Veduta nord” di Rionero, ristampata
qualche anno dopo su commissione di Donato Di Pierro detto “u’
boss”, barbiere ed edicolante con negozio in Piazza.
D’Andrea è anche
l’autore della fotografia del monumento al capitano d’Angelo, forse
scattata prima della sua sistemazione al centro della piazza che
oggi è intitolata a Giustino Fortunato, e di altre immagini messe in
commercio da Giovanni Moretti, tra le quali una veduta della Badia
di Monticchio, un’altra della chiesa di Sant’Antonio Abate e una
della stazione ferroviaria.
Giovanni
D’Andrea muore nel 1956, all’età di 73 anni. Era nato nel 1883.