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Nel 2018 la XIV
edizione del Certamen fortunatiano organizzato dall’Istituto
di Istruzione Superiore Giustino Fortunato di Rionero ha avuto come
tema “Binari della storia: arrivi e partenze” e si è presentata con
un invito con la fotografia della stazione ferroviaria di Rionero. È
un’immagine tratta da una cartolina postale stampata a Milano dalla
tipografia Dalle Nogare e Armetti nel XVII anno dell’era fascista,
dunque tra l’ottobre del 1937 e quello del 1938. Si vede un gruppo
di viaggiatori in attesa di salire sul treno, una littorina Fiat
riconoscibile per il suo tipico finestrone frontale poligonale
arrotondato ed il grande radiatore di raffreddamento al centro del
“muso” della stessa.
Sicuramente una
delle più belle cartoline postali di Rionero del tempo, per la cura
dei dettagli e per come è animata dalle persone che aspettano il
treno. Tuttavia, la presenza della littorina Fiat proprio nella
stazione di Rionero nel 1938, anno in cui viaggiavano in tutta la
rete ferroviaria italiana poco più di 150 treni di quel tipo, tra
esemplari a nafta e a benzina, suscita qualche perplessità. Sarà
pure stato così. Certo è, però, che un anno prima quegli stessi
passeggeri si apprestavano a partire con un treno tirato da una
locomotiva a vapore, come dimostra un’altra cartolina, viaggiata nel
1937.
È evidente il
fotoritocco eseguito dallo stabilimento tipografico milanese per
Nicola Labella, il committente rionerese di entrambe le cartoline.
Non sappiamo se
si è trattato soltanto di un “aggiornamento”, per così dire,
“editoriale” o se invece il fotomontaggio è stato sostenuto dalla
politica del regime del tempo, tesa a celebrare in ogni modo i
successi dell’industria meccanica e l’efficienza del sistema dei
trasporti pubblici italiani.
Le stazioni
ferroviarie dovevano apparire belle, movimentate, efficienti.
Forse questa è
la spiegazione del fotoritocco di un’altra cartolina postale
stampata in quegli stessi anni: è mostrata la stazione ferroviaria
di Rionero con il piazzale antistante e via Roma. Tutto è perfetto,
tranne la casupola in basso a sinistra, in primo piano davanti al
magazzino merci oggi chiamato “la piccola”.
In un’altra
versione, stampata poco dopo, la vecchia costruzione scompare,
mentre tutti gli altri elementi della fotografia rimangono immutati,
comprese le persone che la animano.