chiudi

Questo sito utlizza cookie necessari al funzionamento e alle finalità illustate nella Cookie Policy. . Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera acconsenti all'uso dei cookie.

Rionero e dintorni   

storia e altro      

a cura di Franco Pietrafesa

 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

Home page

 

Miscellanea

luoghi

 

 

Fontana Grande

 


 

Il documento più antico sulla Fontana Grande di Rionero da me trovato finora è del 1725. È una Attestazione pubblica per i Reggimentari di Rionero, raccolta dal notaio Piacentino di Barile il 14 febbraio davanti a Giuseppe Catena, Regio Giudice ai contratti, e a numerosi testimoni rioneresi, fra i quali Simone Luongo e Gregorio Cima: Giulio Preziuso e Bernardino Di Zio, cementarij, e Francesco Antonio La Maina, lapicida, della Terra di Barile, valutano le fabriche nuove della fontana del paese.

"Quelli fabbricatori e scalpellino essendono conferiti nella Terra di Rionigro... considerato così il lavoro delle pietre come ancora il piano delle fabriche apparentino, ed avendo quelle misurate e maturatamente considerate, anno ritrovato che le sudette sono in somma di canne dieci sette, le quali a loro giudizio vagliono a raggione di carlini 20 la canna, secondo si valutano ed apprezzano comunemente in questi convicini e in questa Terra, includendosi tutto il materiale, com'è pietre e calce" (una canna corrispondeva approssimativamente a 2,109 metri, quindi 17 canne a circa 36 metri, quasi quanto è lunga la fontana attualmente).

Particolare attenzione gli apprezzatori del vicino paese arbereshe posero nella valutazione degli intagli "della pila seu fonte, in numero di palmi tre cento cinque... e all’intagli fatti per il lavatoio, in somma di palmi tre cento sessanta" (un palmo misurava circa ventisei centimetri).

In totale, considerate anche le spese per il selciato, il materiale e ogn’altro necessario, settantasei ducati e ottantacinque grana "secondo si valutano le fabriche nuove". Sicuramente una somma importante, considerato che la popolazione rionerese in quegli anni contava quasi tremila persone "inclinate alla coltura della terra per il proprio sustentamento... e abitantino nelli pagliari e grotte" tranne "due medici e un notaio che vivevano da galantuomini colla solo loro professione", come scrisse dieci anni dopo il sindaco Domenico Calvanese all'avvocato fiscale dell’Udienza di Matera Rodrigo Maria Gaudioso per la Relazione al re sulle condizioni della Basilicata.

Nel documento notarile non si fa nessun accenno a lavori idraulici per la distribuzione dell'acqua, né al numero e disposizione dei canali. Con ogni probabilità la fontana esisteva già da molto tempo, ma non c'è dubbio che quello descritto era il primo lavoro importante in pietra lavorata, per renderla meglio fruibile non solo per l'approvvigionamento dell'acqua ma anche per lavare i panni sulla superficie intagliata del lavatoio.

Negli anni seguenti, la fontana fu accresciuta da lunghe vasche sui due lati dello slargo antistante, rimosse in occasione della costruzione del lavatoio pubblico in piazza della Verdura.

 Divenuto luogo abituale del mercato ortofrutticolo di Rionero, negli anni Settanta la fontana e la piazzetta davanti vennero inglobate in una moderna costruzione chiamata "mercato coperto", abbattuto dopo il terremoto del 1980. In seguito ad un nuovo restauro, Fontana Grande ha assunto l'aspetto odierno. Le mutate condizioni igienico-sanitarie hanno reso, però, l'acqua non potabile ed un colpevole abbandono del monumento lo ha reso spesso oggetto di atti vandalici.